La psicoterapia è una pratica terapeutica, ad opera di uno professionista, lo psicoterapeuta, che si occupa della cura di disturbi psicopatologici di natura ed entità diversa: dal modesto disadattamento o disagio personale fino alla sintomatologia grave; dai sintomi nevrotici fino ai disturbi più gravi, capaci di interferire col benessere di una persona fino ad ostacolarne lo sviluppo, causandogli disabilità.

Si avvale di tecniche applicative della psicologia, dalle quali prende specificazione nei suoi diversi orientamenti teorici come la psicoterapia psicodinamica, la psicoterapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia umanistica, la psicoterapia sistemica..

Professionalmente, in Italia la psicoterapia è una specializzazione sanitaria riservata a medici e psicologi iscritti ai rispettivi Ordini professionali e si consegue mediante un percorso formativo di 4 anni presso scuole di Specializzazione universitarie post-lauream, oppure in scuole di specializzazione private (queste ultime devono essere formalmente riconosciute e autorizzate da un’apposita Commissione del MIUR – Ministero dell’Università e della Ricerca) ad erogare la relativa formazione specialistica.

Psicoterapia psicodinamica 

La psicoterapia psicodinamica, o orientata alla psicoanalisi viene spesso suddivisa nel sottotipo espressivo e in quello supportivo o di sostegno.

La maggior parte dei trattamenti psicoterapici si avvalgono sia elementi supportivi che espressivi (si auspica ad una buona integrazione ed ad un utilizzo consapevole dei due aspetti terapeutici): persino le forme più espressive di psicoterapia includono modalità e tecniche supportive; così come le forme di psicoterapia più supportive implicano un’espansione della consapevolezza riguardo i processi mentali del paziente e quindi includono tecniche esplorative. In pratica, la psicoterapia psicoanalitica si sposta spesso, in modo flessibile, lungo un continuum espressivo-di sostegno, ma per motivi di chiarezza i due tipi vengono spesso considerati separatamente.

Psicoterapia espressiva

Ci si riferisce ad una psicoterapia finalizzata a cambiamenti della personalità attraverso l’analisi della relazione tra paziente e terapeuta: grazie ad essa, la presa di coscienza di pensieri, bisogni, sentimenti contrastanti e prima non riconosciuti determina la possibilità di integrazione e superare tali conflitti).

La psicoterapia espressiva, che sottolinea l’interpretazione dei conflitti interni e il conseguimento dell’introspezione, è molto più vicino alla vera e propria Psicoanalisi.

Psicoterapia supportiva

La psicoterapia supportiva o di sostegno, ispirata a principi psicodinamici, è orientata alla ricostruzione e al rinforzo delle difese del paziente e al loro orientamento verso modalità sane e adattative di soluzione dei problemi.

E’ un trattamento che si avvale di tecniche dirette finalizzate a migliorare i sintomi e mantenere, ripristinare o migliorare l’autostima, le funzioni dell’Io, le capacità di adattamento.

Nella psicoterapia supportiva, a seguito della valutazione diagnostica, le azioni del terapeuta sono deliberate ad ottenere specifici obiettivi.

Vi è una differenza profonda tra psicoterapia supportiva o di sostegno e relazione supportiva (come possono esserlo le relazioni amicali o familiari), sebbene anche quest’ultima implichi incoraggiamento e manifestazioni di interesse capaci di essere efficaci. Esistono relazioni non terapeutiche o terapie di supporto non specifico (rivolte a pazienti con problemi medici o chirurgici) non inquadrabili come psicoterapia capaci di produrre cambiamenti: la psicoterapia di sostegno è una relazione supportiva professionale (non è basata sull’uguaglianza reciproca), condotta da esperti in psicoterapia e salute mentale unicamente finalizzata ai bisogni del paziente (la gratificazione del terapeuta proviene dall’aver svolto bene tale lavoro, non dall’espressione di gratitudine del paziente).

Psicoterapia cognitivo-comportamentale     

L’approccio cognitivo-comportamentale ha assunto negli ultimi anni il ruolo di trattamento psicologico d’elezione per la stragrande maggioranza dei problemi emotivi e comportamentali. Si è, infatti, rivelato utile nella riduzione dei sintomi depressivi, nell’eliminazione degli attacchi di panico, nella riduzione o eliminazione dei rituali compulsivi o delle malsane abitudini alimentari, per la promozione delle relazioni con gli altri.

Secondo questo approccio, emozioni, pensieri e comportamenti sono strettamente connessi tra loro e si condizionano a vicenda: molte difficoltà sono determinate da quello che pensiamo e da come agiamo di conseguenza. Questo significa che lavorando sui pensieri e sui comportamenti attuali, è possibile superare molti problemi.

L’intervento cognitivo, focalizzandosi sugli schemi, sulle idee, sui comportamenti e sulle reazioni fisiologiche della persona, permette una consapevolezza riguardo il modo in cui la realtà viene interpretata per identificare quali condizioni scatenano o mantengono le emozioni più dolorose. Insegna a vedere le cose da una diversa prospettiva e a raggiungere un pensiero più funzionale al benessere personale.

Imparare a pensare ed agire in modo più funzionale nelle diverse situazioni vuol dire anche gestire le proprie reazioni fisiche ed emotive e poter contare così su una lucidità che consente scelte in modo più consapevole.

Esso è innanzitutto un approccio educativo che si propone di trasferire sia abilità comportamentali (ad es. far sì che una persona con la fobia dell’aereo riesca a superarla), sia abilità cognitive, ovvero modificare quei pensieri e quelle convinzioni che possono contribuire al disagio (ad es. modificare la visione pessimistica di una persona depressa).

Numerosi studi hanno dimostrato che tale approccio è indicato perché efficace nel trattamento di una vasto spettro di disturbi psicologici: la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, le forme di stress post-traumatico, le fobie, i disturbi del comportamento alimentare, la dipendenza da alcol e droghe, le disfunzioni sessuali, i problemi di coppia e, combinata alla somministrazione appropriata di farmaci, i disturbi di personalità e i disturbi psicotici.

E’ a breve termine ogni qualvolta sia possibile (da due mesi a un anno circa). In altri casi l’intervento può durare più a lungo, a seconda dell’entità del problema e della motivazione della persona.