GESTIONE DEI FIGLI

Attualmente esiste un fenomeno di cambiamento della società per il quale si è passati dalla famiglia tradizionale verso una famiglia affettiva.

La famiglia tradizionale era più normativa, le regole erano condivise da tutta la società, (casa, scuola e chiesa).

Le norme che non potevano essere messe in discussione erano interiorizzate e valevano in tutti i contesti. Si aveva la percezione di essere amati dai propri genitori, ma questo difficilmente veniva verbalizzato da parte loro. Il meccanismo che scattava era che si ubbidiva per il senso di colpa.

La famiglia attuale è di tipo affettivo. Le regole si negoziano e si concordano ma quello che è profondamente cambiato e che ogni famiglia ha delle regole diverse: diverse da quelle della scuola, delle altre famiglie. La società propone dei modelli educativi spesso insufficienti o non adeguati.

I genitori  si mostrano attenti e sensibili ai bisogni dei figli parlano di sentimenti; i figli cercano di ubbidire i genitori per amore. Il meccanismo che scatta è che molte volte si ubbidisce per essere all’altezza delle aspettative dei genitori; nascono così dei disagi emotivi e talvolta comportamentali.

Le maggiori difficoltà educative si incontrano per mancanza di tempo (dover lasciare i figli  – nonni, baby sitter o asili – per poi vederli solamente di sera, quando si torna stanchi dal lavoro e con poche energie da dedicargli, oppure nei fine settimana).

Un genitore può imparare a migliorare la qualità del tempo che dedica alle persone che ama, riuscendo così a compensare, almeno parzialmente, la situazione.

E’ necessario imparare a capire i bisogni affettivi ed evolutivi dei propri figli, ed il modo di intervenire nel loro sviluppo e nella loro educazione ciò può permettere di superare molte problematiche.

Altro motivo ricorrente che causa problemi nel rapporto con i figli è la mancanza di dialogo che può derivare oltre che dal poco tempo a disposizione e dalla difficoltà comunicative (un genitore può avere difficoltà nello stare al passo con i tempi, poiché i costumi sociali e le regole mutano in maniera più veloce rispetto al passato).

Questo porta a non conoscere il mondo del figlio, a non capire o condividere i suoi gusti, il suo “stile” di vita e le sue scelte. E’ come se si vivesse in due mondi diversi, e senza dialogo. Si rischia inoltre di rimproverarlo ad esempio per comportamenti che a noi risultano strani o non comprensibili, riducendo così la fiducia che nostro figlio ripone in noi.

Altre cause, sono le nostre  aspettative riguardo ai figli (ad esempio come vorremmo che nostro figlio diventasse sperando che scelga il percorso di studi che avremmo voluto fare noi ma che non abbiamo potuto fare; che porti avanti il lavoro che stiamo svolgendo anche con il desiderio che un domani sia il suo; sperando che venga ad abitare il più vicino possibile perché ci appoggi e aiuti quando ne avremo bisogno….)

Spesso dimentichiamo che nostro figlio è una persona diversa da noi con la sua personalità e i suoi desideri che non sono per forza i nostri.

Gestire ed educare i propri figli è un percorso arduo ma di grande soddisfazione se riusciamo ad esserci ed accompagnarli nelle diverse fasi evolutive.

PAURE INFANTILI

I bambini spesso manifestano qualche disagio emotivo, causato da ansie evolutive.

Con il termine ansia evolutiva si identifica una situazione per cui il bambino “vive continuamente un sentimento di apprensione, come se qualcosa di terribile stesse per accadere”.

I comportamenti ansiosi del bambino sono quindi caratterizzati da risposte emotive non adeguate alle situazioni che, quindi mostrano come vi sia un’errata valutazione cognitiva del problema e delle proprie capacità di affrontarlo.

A volte l’ansia si manifesta attraverso reazioni fisiologiche (mal di stomaco, mal di testa…); altre volte come fobia per la scuola con attacchi di panico, collera e rifiuto.

Altri bambini manifestano un’ansia di separazione nel distacco delle persone o dall’ambiente familiare tale da impedire il normale svolgimento dell’attività quotidiana.

In alcuni casi i bambini scongiurano le proprie paure manifestando ossessioni e pulsioni a ripetere certi atti che limitano il loro comportamento adattivo e funzionale.

Le paure e fobie in età evolutiva sono molte (paura del buio, paura della morte, paura dell’abbandono…). Queste reazioni hanno in genere carattere transitorio.

Se, invece, esse si protraggono nel tempo e non vengono gestite in modo adeguato possono tradursi in forme patologie più persistenti e strutturate.

LUTTO NEI BAMBINI

Affrontare la morte di qualcuno che si ama è un processo difficile a qualsiasi età, ma lo è in particolar modo quando si è bambini. I bambini provano le stesse emozioni degli adulti ma hanno meno risorse per gestire un concetto completamente nuovo e così sconvolgente come la perdita definitiva di un affetto.

Il distacco improvviso da una persona amata non solo causa al bambino molta infelicità ma può anche spaventarlo. Improvvisamente la morte è reale, vicina e si porta via le persone buone: il mondo non è più così sicuro come credeva.

Un bambino che perde un genitore può incominciare a temere di perdere anche l’altro. Ogni spiegazione logica è inutile; ci vogliono molto amore e molta capacità di rassicurazione. Un accompagnamento anche breve condotto da un esperto per l’elaborazione del lutto, nelle situazioni più drammatiche, può essere di grande aiuto.

PROBLEMI SCOLASTICI

L’inserimento dei figli nel mondo scolastico porterà a confrontarsi con altre realtà ed altre richieste; non sempre tutto andrà secondo le nostre aspettative.

In alcuni casi già dalla scuola primaria emergeranno situazioni di difficoltà e sarà necessario avere il coraggio di scoprire, con un’indagine e una diagnosi, la situazione reale per poterla affrontare.

Una consapevolezza del tipo di problematica, delle cause, e delle possibili conseguenze che nostro figlio dovrà incontrare, è fondamentale per attuare al più presto un percorso abilitativo o riabilitativo che permetta il potenziamento delle sue risorse ed una vita scolastica il più normale possibile.

Non sempre, però, una situazione di disagio scolastico è da trattare come problema dell’alunno ma come una condizione di difficoltà di tutti i componenti del sistema di cui il ragazzo è parte.

Il nostro Centro offre un valido aiuto in diversi ambiti: comportamenti di disturbo in classe, irrequietezza, iperattività, difficoltà di apprendimento, di attenzione, difficoltà di inserimento nel gruppo, scarsa motivazione, basso rendimento, abbandono e dispersione scolastica.

ADOZIONE

L’ adozione di un minore è una sfida meravigliosa ma un cammino arduo e pieno di difficoltà. La legge tutela in primis il minore: l’interesse dei coniugi, quello di costituire una famiglia, è considerato secondario rispetto all’interesse del minore.

Molte coppie tentano l’ adozione internazionale poiché credono sia più facile o più veloce. Sicuramente le difficoltà saranno maggiori perché ci sono alcune variabili aggiuntive come la lingua o tutta la burocrazia necessaria in un altro paese.

Ci sono tutta una serie di passaggi e di requisiti necessari per ottenere un’adozione.

I requisiti fondamentali stabiliti dalla legge italiana, in sintesi, sono i seguenti: le persone adottanti devono essere uniti in matrimonio da almeno tre anni (il periodo dei tre anni può essere raggiunto tenendo conto anche un eventuale periodo di convivenza pre-matrimoniale). Non ci deve essere separazione personale neppure di fatto.

I genitori adottanti devono, inoltre, essere ritenuti idonei ad educare ed istruire, in grado di mantenere i minori che intendano adottare. La differenza di età tra gli adottanti e l’adottato deve essere compresa dai 18 ai 45 anni. Uno dei due coniugi può avere una differenza superiore ai 45 anni a patto che sia comunque inferiore ai 55 (tale limite potrebbe essere derogato a patto che i coniugi adottino due o più fratelli assieme o se hanno un altro figlio minorenne).

Questo viene verificato dal Tribunale per i minorenni di competenza tramite i servizi socio-assistenziali degli enti locali (per maggiori informazioni visitare il sito del Tribunale dei Minori).

Il percorso di adozione spesso richiede un affiancamento e un sostegno alla genitorialità specifici: i genitori devono essere in grado di costruire un rapporto particolare a volte con un bambino già grande, di un’altra cultura, con altra lingua o sicuramente con altre modalità già apprese dalle proprie esperienze vissute talvolta drammatiche.

Consulenze specifiche per la famiglia adottiva potranno essere di enorme aiuto.